L’antropologia in azienda: una scelta strategica(?)

claudia altieri
il Blog di Giallocobalto
5 min readMar 1, 2022

--

Perchè è utile un* antropolog* in un team? Perchè ad un’azienda gioverebbe collaborare con un* antropolog*? Nella progettazione, che valore porta una figura con questo background?

Assumere o collaborare con un* antropolog* è una scelta coraggiosa, ma soprattutto una scelta strategica.

Illustrazioni di Massimo Weigert

Ad oggi possiamo dividere le aziende in due macro-categorie: le aziende che corrono e quelle che camminano. Le aziende che corrono, che puntano alla quantità, al breve termine, per le quali fa parte della corsa non riuscire a curare i dettagli, perchè — di base — non è sui dettagli che queste aziende investono. Poi ci sono le aziende che camminano, che puntano alla qualità, al lungo termine, che rispettano i tempi fisiologici del processo perchè hanno deciso di investire sulla cura, cura del dettaglio, cura delle persone. E credo che questa scelta rappresenti un po’ un mindset che esprime il proprio posizionamento, dell’azienda, nei confronti dell’idea di tempo.

Viviamo in un momento storico in cui il tempo ha smesso di essere pensabile, ha quasi smesso di essere misurabile, ma questo non vuol dire che le cose non cambiano, questo vuol dire che i cambiamenti sono talmente veloci che quando ce ne rendiamo conto è già in atto il cambiamento successivo. Pensiamo alla SEO: 6/7 anni fa pensavamo che le keywords fossero lo strumento per bucare internet. Rimangono importanti nella logica di posizionamento, ma siamo sicuri che abbiano ancora questa solidità? Sono passati 6 anni e probabilmente c’è la necessità di sviluppare nuove strategie per il proprio posizionamento nei motori di ricerca. Oppure pensiamo ai siti web: oggi un sito web deve necessariamente essere responsive perchè il 90% del traffico è generato da smartphone. Questa parola, responsive, 5 anni fa, in quanti la usavano?

Cambiando contesto: questa dinamica velocissima del cambiamento come si fronteggia all’interno delle Istituzioni? Come si progetta qualcosa che quando avrai finito di progettare dovrà già essere implementata? Come si affronta il cambiamento nelle strutture aziendali?

Illustrazioni di Massimo Weigert

Nel 2016, mentre terminavo la triennale, un professore mi disse A breve pubblicheranno dei libri pure sull’antropologia dei termosifoni. Che senso ha per te l’antropologia? Questo deve essere il tuo punto di partenza”.

C’è la necessità di trasferire parte della sapienza antropologica accademica nei contesti lavorativi, nei contesti quotidiani, quelli in cui la velocità vince (troppo speso) sulle relazioni umane.

L’antropologia è uno strumento, un tool (#designbuzzwords), una lente di ingrandimento per analizzare sì le differenze, ma soprattutto le sfumature delle somiglianze. Come antropologi abbiamo il dovere di cambiare la lente con cui osserviamo i fenomeni, ogni qual volta il fenomeno cambi, essendo consapevoli che noi cambiamo con il fenomeno.

Chi sceglie di utilizzare la lente antropologica possiede un potere trasformativo, nel senso che presenta una sviluppata capacità di adattamento e di analisi di questo stesso adattamento.

Come si traduce tutto ciò nella pratica quotidiana?

E’ possibile suddividere il processo di design, di progettazione, in due diamanti, divisi in due parti l’uno. La prima metà del primo diamante (divergente) è dedicata alla scoperta, all’esplorazione, alla ricerca del contesto, la seconda (convergente) alla definizione del problema da risolvere e quindi delle basi progettuali, la terza (divergente) all’ideazione e all’identificazione delle soluzioni, la quarta (convergente) alla prototipazione, fase in cui si selezionano le soluzioni più adatte alla soluzione del problema. con lo scopo di realizzare un prototipo della soluzione al problema inziale.

Illustrazioni di Massimo Weigert

Chiunque, con la preparazione necessaria, può approcciarsi alla prima fase: preparare e condurre le interviste, stilare dei questionari, osservare e descrivere il contesto.

Ma quale valore apporta avere un* antropolog* in questa prima fase? Il valore che, all’interno di questo processo, porta l’utilizzo della lente antropologica è una maggiore soglia dell’attenzione ai dettagli.

Una stessa frase può avere significati diversi se detta da due persone differenti. La scelta di una parola piuttosto che un’altra ha un significato ben preciso. La ripetizione di un movimento durante il colloquio è un significante. Ecco, la lente antropologica accende la sua lampadina ogni qual volta queste apparenti piccolezze si palesano.

Come si fa ad avere questa lente? Come si fa ad avere sempre alta quella soglia di attenzione? Con un pizzico di empatia (#anthropologybuzzwords) condita da un po’ di tempo, tempo dedicato.

  • L’empatia non è una qualità innata, o meglio: sicuramente c’è una tendenza caratteriale, ma è una qualità che va allenata costantemente (molto utili a riguardo sono le pratiche di ascolto attivo ed esercizi di comunicazione non violenta).
  • Quando parlo di tempo dedicato non voglio intendere un generale “dedicare più tempo alla ricerca” ma dedicare attenzione e cura alla fase di ricerca: un’attenzione strutturata, organizzata e finalizzata al risultato, ovvero la consegna del progetto e la soddisfazione del cliente.
Illustrazioni di Massimo Weigert

Oggi si parla tanto di lean management, cioè delle modalità attraverso cui ottimizzare i processi interni delle aziende.

Ecco, pensiamo se in quei due mesi pagati dal cliente dedicassimo — ad esempio — qualche ora in più, e/o una persona dedicata, alla rilettura dei materiali di ricerca in un’ottica di contesto definita: quante chiamate con il cliente risparmieremmo?

L’ottimizzazione della progettazione sta in questo: dedicare il giusto tempo (che — ovviamente — per ogni progetto è differente) ad ogni fase, a partire dalla prima.

I risultati della fase di ricerca non sono tangibili come i risultati di una prototipazione, lo sappiamo tutti. A volte dimentichiamo che l’intangibile (vedi emozioni) è uno dei driver su cui una user journey può essere costruita.

Dedicare la giusta attenzione ad un’intervista può davvero evitare i bug successivi.

Ecco perchè inserire un* antropolog* è una scelta strategica: una persona che sappia realmente utilizzare l’antropologia come strumento può contribuire alla progettazione avendo analizzato il fenomeno di oggi nell’ottica del domani. Questo è un’altro aspetto del potere trasformativo di chi possiede la lente antropologica: proiettarsi in un tempo che non è quello in cui quel fenomeno prende forma.

Perchè, in fondo, è questo che facciamo noi antropologi e noi designer: progettiamo per trasformare, domani.

--

--

I’m a service designer @ Giallocobalto with a strong background in anthropology and a neverending “why phase”.